La plastica si conferma il materiale più trovato sui litorali italiani, mentre sono stimati più di 11 rifiuti di ogni forma, genere e dimensione ogni metro di spiaggia. A confermarlo sono i dati raccolti con il progetto educativo “Se butti male…finisce in mare” di Legambiente e Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) che ha coinvolto 4.000 tra studenti, educatori, volontari e cittadini in Puglia e Campania.
Nello specifico in Puglia sono state monitorate 7 spiagge (7.283 rifiuti, con una media di 1.040 oggetti ogni 100). Nella top ten degli oggetti più trovati:
- pezzi di plastica risultato della frammentazione di oggetti non più riconoscibili (10,7%)
- mozziconi di sigaretta (9,7%)
- tappi, coperchi, anelli di plastica (7,5%).
- bastoncini cotonati di plastica per la pulizia delle orecchie (7,2%)
- pezzi di polistirolo (6%)
- bottiglie per bevande (6%)
- calze per la coltivazione dei mitili ( 5,7%)
- plastica monouso (4,6%)
- materiali da costruzione (mattoni e mattonelle, ceramiche, calcinacci, fibra di vetro e materiale isolante, sono esempi dei rifiuti che rientrano in questa categoria) ( 3,2%)
- buste e shopper ( 2,8%)
Da dove provengono questi rifiuti? La cattiva gestione dei rifiuti urbani resta la prima causa identificata della presenza di rifiuti sui nostri arenili, una categoria che include packaging (imballaggi, 31%), rifiuti da fumo (12%), materiali da costruzione (3%) e buste di plastica (3%).